Il cenacolo verde

Pizziolo, M 2005, Il cenacolo verde. Cassinari, Migneco, Morlotti, Sassu, Treccani in Brianza, Bellavite, Missaglia.

Attraverso lo studio di opere e documenti, la rivelazione di un crocevia ideale, trovato in Brianza, alle porte di Milano, da cinque tra i protagonisti della scena artistica italiana tra il 1940 e il 1990. Un luogo naturale che diviene metafora di un dialogo possibile.

“La Brianza. Verde e blu, di boschi e di acque. Operosa, velenosa, severa, quieta, segreta. Senza la dolcezza e il torpore delle colline venete. Senza la rigorosa geometria delle colline toscane. Tutto qui è a dire di un lavorio instancabile nello stillicidio dei giorni.
Esiste certamente una retorica dell’identità di un luogo, ma la retorica è una malerba che cresce comunque da una radice di verità. La Brianza, innanzi tutto, è un retroterra. Di Milano, come di Monza, Como e Lecco. Il luogo che sta fuori, il luogo di un approdo che può avere le motivazioni più varie. Patria elettiva, da sempre, di intellettuali e artisti, che tra le sue colline, nel suo verde, hanno cercato e trovato la concentrazione e la pace necessarie a dar forma e colore alla propria creatività. Questa, in particolare, è stata la scelta fatta da cinque artisti tra gli anni quaranta e gli anni novanta del Novecento. Scelta che è all’origine di straordinarie stagioni pittoriche che hanno trasformato i luoghi della Brianza in meta luoghi”.